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sabato 17 aprile 2010

Primo racconto completo "Le sventurate avventure di Marco Brambilla"




Era una mattina uggiosa nella periferia di Milano. L’alba era da poco passata e l’umidità tipica d’inizio primavera, quando ancora c’è quell’aria fredda e invernale, penetrava nelle ossa di giovani e anziani. Alcune auto correvano svogliate sull’asfalto per una nuova, noiosa giornata di lavoro.
Ma quello era un giorno particolare per Marco Brambilla perché sarebbe dovuto andare al suo primo colloquio di lavoro: cameriere e barista in una trattoria fuori Milano. Trovò quel posto grazie ad uno stage con la scuola, l’Istituto Professionale Carlo Porta. Questo era il suo ultimo anno e voleva avere già un lavoro per quando non avrebbe più dovuto studiare. Marco era in terza BS e non era dotato di una grande intelligenza, anzi era piuttosto scemo, nonostante non fosse mai stato bocciato durante la sua carriera scolastica. Era un ragazzo dai capelli castano chiaro, come gli occhi: in realtà era una persona abbastanza anonima al primo impatto. Ma al Carlo Porta, tutti gli alunni e gli insegnanti avevano almeno una volta sentito parlare di lui: era molto ingenuo e si faceva fregare dalle persone spesso e con molta facilità. Per questa sua mancanza, era preso di mira da professori e studenti.
L’anno precedente un compagno gli aveva offerto una merendina.
- La macchinetta me l’ha data per sbaglio, a me non piace. Tienila – gli aveva detto.
In realtà il ragazzo, con i suoi amici, aveva messo del lassativo dentro la merenda....

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