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giovedì 4 marzo 2010

Capitolo 4

"La aprì e vi trovò all’interno una lettera con data di un anno prima, scritta a mano e con una brutta calligrafia."


Vi presentiamo il quarto capitolo del nostro racconto.

Sperando sia di vostro gradimento.

Gli scrittori_improvvisati

Capitolo 4

Il commissario rifletteva su quelle due lettere scritte dal morto prima che lasciasse questo mondo e sui due ragazzi con i quali aveva parlato il giorno prima. Il ragazzo era stato molto sicuro di sé e di ciò che aveva fatto, ma la ragazza era bloccata: dalla paura o dalla disperazione? Non riusciva a capirlo. Tuttavia il suo sesto senso gli diceva che il ragazzo aveva molte più cose da nascondere di quante non sembrasse averne la giovane. Nonostante ciò, però, avrebbe dovuto concentrarsi maggiormente sulla ragazza perché era più debole e sarebbe crollata molto facilmente. D’un tratto sentì bussare alla porta e fece capolino un giovane poliziotto. L’agente gli ricordò che dovevano andare a parlare con il dirigente della scuola che aveva frequentato il giovane morto.
Viaggiarono fino a Vicenza per entrare in una scuola vecchia e rovinata dove una vecchia bidella li accompagnò in presidenza.
- Salve signor preside, sono molto addolorato per la morte del vostro studente. – iniziò il commissario.
- Oh certo, purtroppo io non posso dire lo stesso: Luca Cecchetto era un bullo e un vandalo che mi aveva procurato più di qualche problema, non sono poi così dispiaciuto. – disse asciutto il preside.
- Sì, capisco cosa intende. – rispose allibito il poliziotto.
In quel momento gli cadde l’occhio su una delle carte che doveva firmare il dirigente: D.M. Benetti. Un altro D. M., non era possibile!
- Senta, avrei bisogno di accedere ai dati della scuola: sa magari potremmo scoprire qualcosa d’interessante. – s’inventò il commissario: voleva sapere se il preside c’entrava qualcosa e aveva bisogno che uscisse dalla stanza.
Il preside s’irrigidì e si mise a pensare: fu molto faticoso per lui riuscire a dare una risposta positiva ai due poliziotti.
- Va bene, se vuole seguirmi le posso mostrare dove sono pagelle, verifiche e tutto il resto del materiale inerente al giovane morto. – continuò il dirigente.
- No guardi, aspetto qui e lei vada a prendere pure la documentazione. – rispose irremovibile il commissario.
- Va bene, come vuole. – acconsentì riluttante il preside uscendo dalla stanza.
“Se voleva che uscissimo evidentemente deve avere qualcosa da nascondere in questa stanza, anche perché quando gli ho domandato di approfondire inizialmente si era tirato indietro.” pensava il commissario.
- Agente, guardi in quella metà della stanza: cassetti, armadio e quanto fa in tempo a rovistare. Mi raccomando però, non lasci tutto in disordine, perché non si deve capire che abbiamo guardato senza mandato. – ordinò il commissario al suo sottoposto.
- Agli ordini, signore.
Aprirono ogni anta e rovistarono in ogni cassetto guardando all’interno di ogni busta. C’erano una gran quantità di documenti riguardanti la scuola, qualche giornale di vecchia data e una rivista di moto, vecchia di un anno. Era completamente diversa rispetto a tutti altri oggetti presenti nel cassetto nel quale stava rovistando il commissario. Stava per aprirla, ma ripose tutto quanto aveva in mano quando sentì la porta aprirsi.
- Ecco a voi tutti i documenti presenti in questa scuola su Luca Cecchetto. – disse il preside appoggiando un notevole pacco di fogli che aveva tutta l’aria di essere molto pesante.
- La ringrazio. - disse il commissario iniziando il lavoro.
Rimasero a lungo tutti e tre nella stanza: il preside comodamente sdraiato sulla sua poltroncina e i due poliziotti, indaffarati a cercare informazioni. Lavoravano senza parlare, perché non volevano fare sapere al preside i sospetti che potevano avere su di lui.
Improvvisamente il dirigente fu chiamato al telefono e così i due poliziotti si trovarono a parlare indisturbati.
- Signore, da un anno i voti del ragazzo sono aumentati enormemente e, inoltre, non ha più avuto un singolo richiamo scritto.
- Sì, anche io ho notato questo fatto molto strano. – continuò pensieroso il preside. Quando gli venne in mente della rivista di motociclette nel cassetto.
c Decise di leggerla ad alta voce, per rendere partecipe anche il suo sottoposto di ciò che aveva rinvenuto.
- Gentile signor D.M., con non grande sorpresa ho scoperto della sua relazione con una studentessa di seconda, di cui però non ricordo il nome. L’ho vista ieri, mentre stavo per venire per l’ennesima volta a trovarla in presidenza, mentre vi scambiavate effusioni. Ho pensato bene di non disturbarla perché mi sembrava alquanto preso dal momento. Ma un preside come lei saprà bene che queste cose non vanno fatte e che se venisse a saperlo casualmente la polizia lei finirebbe in guai seri. Noi non vogliamo, però, che nessuno abbia seccature. Purtroppo, come lei ben sa io ho qualche problemino a scuola, ma sono certo che con il suo aiuto riuscirò a superare queste mie difficoltà e anche i due anni che mi rimangono da frequentare in questa scuola senza ulteriori bocciature. Spero lei capisca la sua situazione e la mia, in modo da poter rimediare nel migliore dei modi. Firmato: Luca Cecchetto.
Il commissario era sconvolto, questa lettera stravolgeva tutte le sue supposizioni. Questo significava che D.M. non era riferito a uno dei due ragazzi, ma che era riferito al preside che, stanco dei ricatti subiti dal giovane bullo, aveva deciso di ammazzarlo. I poliziotti erano talmente assorti nelle loro congetture che non si accorsero che proprio in quell’istante era entrato il preside.
Il direttore, alla vista della lettera che ben conosceva in mano al commissario sbiancò e, preso dal panico, si fiondò sul foglio di carta nel tentativo di strapparlo dalle mani del poliziotto.
- Avete il mandato di perquisizione che vi autorizza a rovistare fra i miei oggetti? No? E allora io vi denuncio! – sbraitò il preside, folle di paura.
- Guardi che questa lettera era appoggiata su quella credenza, - disse mentendo il commissario – quindi non serve nessun mandato.
- No, quella lettera era ben riposta dentro ad un cassetto! – continuò urlando il direttore che era sempre più spaventato.
- Vede qualche cassetto aperto? – disse il poliziotto più giovane che aveva ben pensato, mentre il commissario leggeva la lettera, di sistemare prima la rivista e poi il cassetto nello stesso modo in cui li avevano trovati.
- No, tutto è in ordine. – disse con un tono rassegnato il preside – Però non sono stato io ad uccidere il ragazzo, anche se avrei tanto voluto stringerlo tra le mie mani quel ricattatore bastardo. – riprese ad urlare.
- Questo lo decideremo in centrale e andando avanti con le indagini.
- No, ve lo posso assicurare io: sabato sera ero a cena fuori, in un ristorante e il titolare può confermare la mia presenza.
- Era da solo? – domandò il commissario.
- Veramente ero con un’altra persona. – rispose rimanendo sul vago.
- Era in compagnia della ragazza di cui si parla in questa lettera? – continuò il poliziotto, sicuro di avere la situazione in pugno.
Il preside annuì e i poliziotti lo portarono in centrale: anche nel caso che non fosse lui l’assassino di Luca Cecchetto, aveva pur sempre avuto dei rapporti con una minorenne e al commissario atti come questo facevano imbestialire quasi quanto un omicidio.


Federica Magnabosco, Matteo Zoppello, Diego Lombarda.